FESTIVAL DEL PAESAGGIO ANACAPRI
IV Edizione
a cura di Arianna Rosica e Gianluca Riccio
31 agosto – 27 ottobre 2019
Villa Lysis – Capri
dal 31 agosto al 27 ottobre.
Andrea Anastasio, Stefano Arienti, Manfredi Beninati, Paolo Canevari, Alessandro Di Giampietro, Gianluca Di Pasquale, Flavio Favelli, Liliana Moro, Angelo Mosca, Adrian Paci, Luigi Presicce, Elisa Sighicelli
Casa Rossa – Anacapri
dal 15 Settembre al 27 Ottobre
Andrea Anastasio, Paolo Gonzato, Alessandro Mendini, Enrico Prampolini, Carolina Sandretto, Sergio Sarra, Francesco Simeti, Luca Trevisani, Vedovamazzei
La quarta edizione del Festival del paesaggio a cura di Arianna Rosica e Gianluca Riccio in programma a Capri nell’estate 2019 è dedicata al tema della casa e dell’abitare e intende essere un omaggio alla memoria di quelle dimore e dei rispettivi abitanti che nel corso del tempo, mescolando cultura, creatività ed eccentricità, attraverso la loro presenza hanno contribuito a creare e alimentare il mito dell’isola azzurra nel mondo.
Capri infatti, inizialmente esclusa dalle rotte del Grand Tour, a partire dalla fine del XIX secolo iniziò ad attrarre una moltitudine di inquieti viaggiatori – artisti, scrittori, esiliati politici, eccentrici milionari – che vi giunse ritenendo di aver finalmente trovato nell’isola azzurra il paradiso perduto dove stemperare le proprie angosce esistenziali, vivere la propria – vera o presunta – diversità e realizzare le proprie utopie creative ed esistenziali. Capri li accolse tutti, assecondandone i capricci e le stravaganze, ma esercitando su ognuno il suo incomparabile fascino. Molti di loro si fecero costruire sull’isola semplici case o residenze sfarzose tra le cui mura trascorsero periodi più o meno lunghi della loro esistenza, trasformando quelle abitazioni in cenacoli creativi e in luoghi in cui proiettare e realizzare il proprio desiderio di libertà.
Il titolo scelto per la nuova edizione del Festival è un omaggio alla casa che più di ogni altra è stata in grado d’incarnare il mito di Capri in una vera e propria utopia architettonica ed esistenziale. “Casa come me” infatti, è il nome che lo scrittore Curzio Malaparte diede alla villa fattasi progettare da Adalberto Libera e costruire nel 1938 a Punta Masullo, proprio di fronte i Faraglioni. Considerata un autentico capolavoro del razionalismo italiano, in cui il rapporto dell’architettura con i luoghi e con il paesaggio naturale non è né di integrazione né di semplice opposizione ma sospeso e indescrivibile, la villa venne investita dal suo mentore dell’appellativo “come me” per sottolineare la perfezione che, a suo dire, investiva la nuova abitazione al pari di ogni aspetto della sua vita, trasformandola così in una sorta di proprio ideale autoritratto.
Attraverso il calendario d’iniziative previste all’interno del suo programma – mostre, proiezioni, incontri e residenze – il Festival intende perciò porre l’accento proprio sul rapporto simmetrico e speculare che, a diversi livelli d’intensità, scorre tra la casa e i suoi diversi abitanti, facendo sì che lo spazio abitato non sia solo il luogo dell’esercizio delle attività domestiche ma invece possa diventare il contenitore fisico e ideale nel quale proiettare i propri desideri, le proprie aspirazioni e, a volte, le proprie utopie. Attraverso le opere di artisti di diverse generazioni ed età storiche – Da Enrico Prampolini a Liliana Moro, Adrian Paci e Paolo Canevari, da Elisa Sighicelli a Luigi Presicce, da Andrea Anastasio a Vedovamazzei, da Angelo Mosca a Flavio Favelli, da Paolo Gonzato a Luca Trevisani e altri ancora – il progetto Casa come me attraverso le due mostre allestite rispettivamente nelle suggestive cornici di Villa Lysis e della Casa Rossa declina l’idea dell’abitare in forme diverse tra loro: Casa come ossessione o rappresentazione di sé allora, ma anche Casa come ricerca di una dimora rispondente a un bisogno di ospitalità e di accoglienza così urgenti al giorno d’oggi; o ancora Casa come progetto, come luogo di uno slancio utopico destinato a restare immateriale, oppure Casa come abitazione provvisoria; e ancora Casa come studio d’artista, Casa come messa in scena o come trasfigurazione del vivere quotidiano.
La mostra che aprirà i battenti venerdì 30 agosto a Villa Lysis, declina il tema della casa e dell’abitare come spazio di un’ossessione del vivere contemporaneo, come luogo al cui interno si consuma un inedito e controverso rapporto tra interno ed esterno, tra dimensione individuale e collettiva, tra spazio inteso come ambito della creazione personale e spazio come luogo pubblico aperto alla partecipazione e alla condivisione.Partendo dal progetto site-specific realizzato per la IV edizione del Festival del paesaggio da Andrea Anastasio – in collaborazione con Francesco De Maio Ceramiche – in cui il designer italiano adotta la maiolica come spunto per una riflessione sull’idea di frammento e di isola come memoria di un’integrità perduta che si trasforma in un nuovo ordine di senso, la mostra di Villa Lysis accoglie al suo interno le visioni e le interpretazioni della casa di un folto numero di artisti: Adrian Paci che nella serie di 9 fotografie dal titolo “Home to go”, in cui un uomo – lo stesso artista – è intento a portare sulle spalle il tetto della propria casa, sovverte il senso stanziale dell’abitare trasformandolo in una paradossale idea di movimento in bilico tra precarietà e desiderio di stanzialità; Flavio Favelli, che attraverso la serie di opere parte del progetto “La mia casa è la mia mente” del 2013, riconosce nella casa e nelle sue diverse forme – oggettuali, rituali ed esistenziali – il punto di partenza della propria poetica pensata come un ‘sottosuolo’ in cui immergersi alla ricerca di ciò che, alla stregua di un’ambiguità perpetua, è nascosto dietro l’arte e l’architettura, come origine di quella frattura che ogni creazione artistica tenta di risarcire; per Alessandro Di Giampietro, nella grande installazione “Network” concepita durante i tre anni di residenza a Ljubljana, la casa si trasforma in una grande living room, in uno spazio provvisorio che prendendo la forma di una grande tenda realizzata con frammenti di tessuto eterogeneo raccolto dall’artista nel corso dei suoi spostamenti tra l’Italia e i Balcani, riflette l’idea di casa come organismo vivo e dinamico in grado di mutare e trasformarsi nel corso del tempo, in uno spazio aperto in grado di contenere memorie personali ed esperienze altrui. E poi ancora i quadri di Angelo Mosca, in cui l’esperienza dell’abitare si configura come spazio originario per un’indagine sulla relazione che lega tra il proprio vissuto, la memoria intima dell’artista e lo spazio della rappresentazione come luogo per ridefinire la necessità del dipingere al giorno d’oggi; l’installazione site-specific di Manfredi Beninati, in cui l’artista siciliano, attraverso il riuso di oggetti e mobili di seconda mano reinterpreta lo spazio di Villa Lysis come dimora di un vissuto caotico e stratificato in cui memorie dell’artista e cimeli antichi si confondo in un (dis) ordine sospeso tra dimensione intima e dimesione storica; Luigi Presicce di cui è esposta una grande tela raffigurante un’inedita visione di Villa Malaparte assunta come una sorta di grande scenografia atemporale, e Paolo Canevari che espone una grande opera fotografica raffigurante un bunker nella costa spagnola difronte al Marocco (dove arrivano i migranti dal nord Africa) sulla cui facciata campeggia la scritta – paradossale e drammatica – “Home sweet home” che dà il titolo all’opera, e ancora Elisa Sighicelli di cui è proposta una grande immagine fotografica stampata su raso del 2018, raffigurante un balcone di un edificio popolare di Torino assunto come spunto per una sottile riflessione tra la realtà della rappresentazione fotografica e la realtà dell’architettura contemporanea e degli usi e costumi legati all’abitare dei nostri giorni, e Stefano Arienti, che anch’egli attraverso un opera bidimensionale di grandi dimensioni, in trasparenza – su un supporto non convenzionale – propone una personale riflessione sull’interno domestico come luogo di un possibile continuo attraversamento tra realtà e rappresentazione, come spazio di una continua analisi sui diversi livelli e gradi che separano e confondono arte e vita. Concludono il percorso espositivo i quadri di Gianluca Di Pasquale, nei quali il pittore romano presenta una serie di quadri in cui figure femminili riprese di spalle – come intente ad osservare il paesaggio esterno allo spazio dell’antica villa caprese – finiscono con l’apparire integrate nello spazio interno della dimora grazie al sapiente e quasi iperrealistico dettaglio dei loro abiti che le rende assimilate all’arredo della casa, e la riproposizione dell’installazione realizzata da Liliana Moro in occasione della I edizione del Festival del paesaggio 2016, in cui l’artista milanese – recentemente selezionata per rappresentare l’Italia all’ultima Biennale di Venezia – propone nello spazio esterno del giardino di Villa Lysis un’intensa scultura sonora attivata dal vento.
Nella mostra in programma dal 14 settembre al Museo Casa Rossa di Anacapri l’accento sarà invece posto sulla dimensione utopica e progettuale dell’abitare contemporaneo, attraverso una serie di lavori di artisti, architetti e designer di diverse generazioni. Partendo dai disegni inediti realizzati dal grande artista futurista Enrico Prampolini nel 1935 in e concepiti come studi preparatori per la realizzazione di una “Villa Marinetti” a Capri – a testimonianza dell’intenso legame che unì i principali esponenti del movimento futurista all’isola di Capri – la mostra prosegue con un focus su Alessandro Mendini recentemente scomparso, cui la IV edizione del Festival del paesaggio è dedicata. Del grande architetto e designer milanese sono esposti, accanto al riallestimento della grande opera in ceramica realizzata in occasione della scorsa edizione del Festival, una serie di otto disegni e studi preparatori per la realizzazione della casa di famiglia a Olda, in cui rieccheggia tutto il retaggio avanguardista e futurista in particolare che ha nutrito la poetica mendiniana, e una selezione di piatti in ceramica ciascuno deputato da Mendini ad accogliere una particolare tipologia di ambiente domestico, dalla ‘Stanza decorativa’ alla ‘Stanza Meditativa’, dalla ‘Stanza Neo-Pop’ alla ‘Stanza Selvaggia’. In mostra saranno proposti lavori di Sergio Sarra, che presenta un nucleo di disegni dedicati alle più importanti dimore capresi, di Vedovamazzei, di cui saranno proposti un nucleo di sette piccoli quadri del ciclo “Love and Theft”, un video di Luca Trevisani su Villa girasole, la famosa casa rotante costruita nel 1930 e pensata come una sorta di risposta meccanica a villa Malaparte, le foto di Carolina Sandretto in cui l’artista torinese mette a confronto interni ed esterni di dimore ed edifici pubblici abbandonati dell’ex Unione Sovietica con gli interni domestici di alcune abitazioni cubane, dando vita a un’intensa quanto delicata riflessione sul tema dell’abitare come allegoria di processi storici e politici di ampio respiro. Concludono il percorso espositivo le lampade di Paolo Gonzato che punteggeranno tutto il percorso espositivo articolato sui tre piani della Casa Rossa, appartenenti al ciclo “Baracche” e in cui il designer milanese crea un originale cortocircuito formale e sensoriale tra la provvisorietà dell’abitare contemporaneo delle nostre periferie – cui allude il titolo delle opere – e la gradevolezza estetica e la sapiente maestria artigianale con cui le lampade sono realizzate: tra la luce calda che da esse proviene e il senso drammatico che in sottofondo ci rimandano, e un’opera di Andrea Anastasio dal titolo “dentro 2006” una riflessione sulla possibilità tutta umana di trasformare il confine in spazialità infinita, caratteristica del volo.
Anche quest’anno il Festival si avvale di sponsor che hanno contribuito alla sua realizzazione:
SEDA
Main sponsor, che conferma il suo impegno per il quarto anno consecutivo a sostenere il Festival
Foscarini
Azienda nota per ricercare e promuovere una linguaggio trasversale tra arte e design.
Ceramiche Francesco De Maio
Che rinnova per il secondo anno la produzione di un lavoro inedito e site specific
Capri Palace Hotel
Che ospita gli artisti selezionati per le residenze di studio e per il progetto travelogue
Ceramiche Gatti
Con la produzione di un lavoro inedito.
Carpené Malvolti
attento alla promozione della qualità e del sostegno dell’arte.
Il Festival é patrocinato dai Comuni di Anacapri e di Capri